sabato 8 febbraio 2014

Sostenere le piante con tutori. Come fare le legature

Sostenere le piante con tutori. Come fare le legature

Quando una pianta dell’orto comincia a crescere troppo in altezza, va sostenuta con degli appositi TUTORI (per esempio, una canna). Che cosa usare per le legature? Come approntare senza spese un praticissimo distributore di legacci.

Tradizionalmente, per le legature in agricoltura si usa la rafia, cioè una fibra vegetale essiccata e ridotta in “cordicelle” lunghe circa un metro, di colore bianco-grigio. Molti contadini ricavano legacci da varie piante, ma questo deve ritenersi un uso di emergenza. In effetti le occasioni di fare legature nell’orto sono infinite, non solo per sostenere gli ortaggi ma per qualsiasi altra attività, come tutti quelli che hanno a che fare con la campagna possono immaginare.

Pianta di melanzana legata al tutore
 

Sicuramente va evitato lo spago reperibile in gomitoli, perché è troppo tagliente e rischia di danneggiare le piante. La legatura deve essere fatta in modo che il materiale usato nonle danneggi. Nelle coltivazioni industriali esistono delle legatrici a pistola che vengono usati, per esempio, nei vigneti. Si tratta di un attrezzo spesso costoso. Per esempio puoi vedere qui:

 http://www.generalplastics.it/index_files/Page401.htm

Un rotolo di rafia sintetica reperibile in commercio
 

Nei nostri piccoli orti sarebbe sufficiente la classica rafia, che si può trovare ancora nelle ferramenta o nei Garden Certer. La rafia ha lo svantaggio di essere composta da mazzi di legacci lunghi non più di tanto, quindi difficili da gestire sia quando si vuole avere sempre un legaccio a portata di mano sia quando, usato un pezzo della lunghezza richiesta, il pezzo rimanente è troppo corto per altri usi.

Non sciogliere il capo esterno del rotolo: il filo verrà utilizzato prelevandolo dal foro centrale del rotolo
 
 


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Personalmente ho risolto il problema di portare sempre con me dei legacci, quando mi muovo nell’orto, nel modo che descrivo nelle foto. Normalmente uso dei rotoli di rafia sintetica, lunghi 400 metri ma di dimensioni molto ridotte.

Togliendo il rotolo dalla confezione, occorre evitare di sciogliere subito la legatura che mantiene il capo  del filo sulla superficie esterna del rotolo.

Ecco il capo recuperato dal foro interno del rotolo
 

Invece, estrarre l’altro capo dal centro del rotolo, aiutandosi con un cacciavite o un altro oggetto. A questo punto il rotolo si può infilare nella tasca dei pantaloni, dove starà comodamente, mentre il capo liberato si può passare sotto la cintura lasciandolo penzolare per un breve tratto.

Il rotolo va messo nella tasca dei pantaloni, dove può entrare comodamente
 

Ogni volta che serve un pezzo di spago basta tirare il capo che pende dalla cintura: lo spago si svolgerà nella tasca, lungo la parte interna del rotolo, che resterà perciò intatto: lo si consumerà dal di dentro.

In qualche tasca della camicia si potrà tenere un taglierino, (anche questo è sempre bene portarlo con sé) con il quale taglieremo il legaccio alla lunghezza desiderata.

Senza nessuna spesa, ci saremo costruiti un praticissimo distributore di legacci.

Il capo (proveniente dalla parte interna del rotolo) va fatto passare sotto la cintura: tirandolo uscirà comodamente nella lunghezza desiderata, ed il rotolo si conserverà compatto nella tasca.
 
Gli ortaggi vanno legati ai tutori senza strozzarli, cioè lasciando le legature lente in modo che i fusti possano crescere liberamente
 

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giovedì 6 febbraio 2014

Concimare l’orto con lo stallatico pellettato, ottimo sostitutivo del letame

Il letame non si trova più.  Usiamo lo stallatico pellettato per concimare l’orto

Se non viviamo in piccoli paesi diventa sempre più difficile trovare il letame bovino, il miglior concime in assoluto per le colture orticole. Inoltre norme di igiene e di convivenza con il vicinato ne sconsigliano spesso l’uso. Un ottimo sostitutivo è lo stallatico pellettato o cubettato.

Lo stallatico pellettato è un prodotto adatto alla concimazione di fondo dei terreni, per qualsiasi tipo di coltivazione. Viene venduto in sacchetti di plastica di peso vario, dai 5 kg ai 25 kg.
E’ adattissimo alla concimazione di orti e giardini, può essere usato anche nei vasi. Evita l’uso di fertilizzanti chimici e apporta al terreno humus contribuendo a riequilibrare il pH (l’acidità del terreno). Se fate da soli il compost nel vostro orto, aggiungendone  ogni tanto una manciata migliorerete di molto il risultato finale.

Viene ottenuto con la lavorazione delle deiezioni di vari animali (bovini, suini, equini, polli, conigli, ecc.). Questi materiali vengono sottoposti industrialmente ad un processo di umificazione cioè di trasformazione da parte di vari batteri e funghi, che li trasformano in materia organica più facilmente assimilabile dalle piante. Una volta umificato lo stallatico viene essiccato e lavorato. Può essere trasformato in polvere ma più frequentemente lo si riduce in “spaghetti” che frantumandosi creano l’effetto pellet.

Come si presenta un sacchetto aperto di stallatico pellettato
 
 
 

 

Come CONCIMARE L'ORTO
Uso dei concimi
organici e chimici
con la ricetta per ogni ortaggio
, anche in vaso. Fertilizzare il terreno  con il compost

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L’orto classico è sempre stato coltivato su aree di terreno concimate ogni anno, ripetutamente, tramite l’aggiunta di concimi organici, come le deiezioni animali. Per questo, quando si parla di terra da orto, si intende una terra ben grassa e fertile. Purtroppo negli ultimi decenni diversi fattori hanno fatto sì che gli ortaggi venissero coltivati in terreni sempre meno fertili: da qui l’esigenza di aggiungere elementi nutritivi a base di concimi chimici. Anche nei piccoli orti domestici diventa sempre più difficile fornire annualmente le dosi minime necessarie di concimi organici, per diversi motivi quali i problemi di gestione pratica e igienica degli stallatici, la difficoltà di reperimento dovuta alla rarefazione delle stalle e, nelle zone più abitate, i problemi di convivenza con il vicinato. Gli ortaggi sottraggono grandi quantità di nutrimento al terreno, la cui fertilità va integrata ad ogni nuova coltivazione; dunque, oltre a soffermarsi sulla concimazione organica, questo libro esplora anche le tecniche di concimazione chimica. 
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Oltre alla funzione concimante a cessione lenta  non bisogna trascurare quella ammendante, consistente in un miglioramento notevole della struttura del terreno.

Acquistandolo verificate nella composizione che non contenga fanghi di depurazione, la presenza di questi materiali abbassa il costo ma anche la qualità. Sarebbe utile che sulla confezione apparisse la scritta “consentito in agricoltura biologica” o comunque dovrebbe apparire “conforme alla circolare MIRAAF n. 9594661 del 10-10-95”

Data la sua conformazione fisica,lo stallatico pellettato può essere distribuito con facilità sul terreno
 

Una nota dolente è relativa  alla reperibilità di questo ottimo prodotto. Molti garden center e rivenditori simili, “con la puzza sotto il naso” (mai citazione fu più appropriata) vi diranno che non lo vendono e che ci sono molti prodotti migliori. Il problema è che all’apertura del sacchetto si sente un odore acre e non gradevole (che però scompare a breve). Però un sacchetto con un piccolo buco può farsi sentire all’interno di un negozio raffinato. Consiglierei di cercarlo presso i consorzi agrari, dove vi forniranno senza problemi un sacchetto da 25 kg allo stesso prezzo di uno da 10 kg nei garden center.

Per mia esperienza personale, concimando il terreno o anche i vasi prima della semina, i risultati si vedono.

Un esempio di stallatico pellettato biologicamente compatibile reperibile in commercio.
 

La quantità

Per una concimazione di fondo, spargere sul terreno, prima della vangatura, 500-800 grammi per metro quadrato. Per una concimazione di superficie da interrare leggermente o  da integrare alla terra con l’innaffiatura basta la metà. Per la terra dei vasi aggiungere un pugno ogni secchio di terriccio miscelando bene.

Dosi leggermente più alte non sono dannose, ma quelle indicate sono sufficienti. In caso di terreni troppo argillosi o troppo sabbiosi, o particolarmente sterili come i giardini circostanti le case di nuova edificazione, le dosi indicate possono essere aumentate fino al 30%.

Lo stallatico pellettato è utile anche per la concimazione dei vasi. Nella foto, vasi di recupero da sacchetti svuotati.
 
 
 
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mercoledì 5 febbraio 2014

Rinvasare le erbe aromatiche, come e quando

Come rinvasare le erbe aromatiche

Se la pianta è perenne, quindi deve rimanere alcuni anni nel vostro orto, allora è probabile che dopo un paio di anni dovrete eseguire un nuovo rinvaso. I rinvasi non danno assolutamente fastidio alle piante, anzi le rinvigoriscono

In genere le erbe aromatiche, specialmente le perenni come rosmarino, salvia ed altre, si acquistano già sviluppate in piccoli vasi preparati dai vivai. Il prezzo di una piantina proveniente da vivaio è inferiore a quello di una bustina di semi che, se pure acquistata, andrebbe per la maggior parte sprecata a meno che ci interessi produrre cinquecento piantine di rosmarino. Dunque l’acquisto di una piantina già formata è conveniente anche dal punto di vista economico.

Spesso però queste piantine sono già abbastanza cresciute rispetto al vaso ospitante, e comunque si tratta di vasi da vivaio, quindi piuttosto bruttini. Ciascuno di noi perciò, appena acquistata una piantina, si pone il problema di spostarla in un vaso più idoneo. In questo post fornisco alcune informazioni utili alla effettuazione di questa operazione.

Le aromatiche vengono fornite già abbastanza cresciute, in vasi da vivaio
 

QUANDO RINVASARE

Poiché la piantina verrà tolta dal vaso originale con tutto il suo pane di terra e spostata nel nuovo vaso senza danneggiare minimamente l’apparato radicale, il rinvaso o trapianto si può eseguire in qualsiasi momento, da gennaio a dicembre, senza nessun problema. Non abbiate assolutamente timore nello spostare la piantina da un vaso all’altro quando volete. Vale la pena ricordare che quando comprate la piantina, se è una perenne, questa potrebbe restare ancora qualche mese  nel suo vaso originale, senza problemi.  Se invece è una annuale (menta, origano, ecc.) allora vi conviene rinvasare entro un paio di settimane al massimo.

 

QUALE VASO USARE

Il vaso deve essere tale da lasciare due o tre centimetri tra la zolla di terra e le pareti del nuovo vaso, quindi deve avere un diametro cinque o sei centimetri più largo del precedente. Non usare vasi esageratamente più grandi.

 


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COME FARE

Preparate del terriccio da giardino oppure del compost, miscelato al 50% con terra normale. (fig. a sinistra) Preparate anche un vaso che, se è già stato usato, va lavato con candeggina per eliminare eventuali infezioni di parassiti o funghi presenti sulle incrostazioni delle pareti.

Disponete sul fondo del vaso un centimetro di ghiaietto o brecciolino o cocci piccoli di vasi rotti o altro materiale atto a lasciar filtrare l’acqua di irrigazione eventualmente in eccesso. (fig. a destra) 

Sollevate il vaso con la piantina da rinvasare afferrando la base della piantina stessa con la mano sinistra: tenendolo alto 30 cm sul piano assestate con il taglio della mano destra o con un attrezzo qualsiasi un colpetto leggero ma deciso al bordo del vaso. Vaso e pianta si separeranno senza problemi e vi resterà in mano la piantina da rinvasare priva del vaso. (figure in basso)

Riempite di terriccio il fondo del vaso, fino ad una altezza utile ad appoggiare il pane di terra della piantina, facendo attenzione che la sommità del pane di terra non resti troppo profonda o troppo alta rispetto al bordo del vaso. Nella figura si vede come è possibile visualizzare chiaramente il piano di sommità del vaso. Basta disporre qualsiasi oggetto tra due punti della sommità del vaso per verificare che la sommità del pane di terra della piantina rimanga un paio di centimetri sotto. 
 
 


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Riempite di terriccio il vaso, rincalzando la terra tutto intorno e pressando bene, fino alla sommità del pane di terra. La piantina dovrà restare ben centrata, ed il livello di terra della piantina (cioè il colletto della piantina) dovrà rimanere un paio di centimetri sotto il bordo del vaso, per consentire le innaffiature.

Innaffiate subito abbondantemente, e aspettate cinque minuti. Se, come è probabile, la terra che avete aggiunto attorno alla piantina si abbassa, aggiungetene altra per ricreare il piano.

Il livello del piano di terra della piantina deve rimanere un paio di centimetri sotto il livello del bordo del vaso. Il vaso utilizzato nella figura è un poco troppo grande rispetto alla necessità, è stato usato per l’esigenza di mostrare chiaramente nella foto il metodo misurazione dei livelli.
 

Se la pianta è perenne, quindi deve rimanere alcuni anni nel vostro orto, allora è probabile che dopo un paio di anni dovrete eseguire un nuovo rinvaso. I rinvasi non danno assolutamente fastidio alle piante, anzi le rinvigoriscono. 
 

martedì 4 febbraio 2014

Cambiare il filo del decespugliatore

Cambiare il filo del decespugliatore
 

Una operazione abbastanza facile, che può mettere in imbarazzo chi non ha una buona esperienza in fatto di lavori manuali. Quando il libretto delle istruzioni è stato smarrito diventa difficile riuscire a operare con sicurezza, specialmente nella collocazione dei fili, operazione per la quale necessaria la conoscenza preventiva del modus operandi

Per cambiare il filo al decespugliatore, occorre anzitutto avere a portata di mano la matassa del  filo nuovo. Staccate la parte inferiore della testa del decespugliatore, e togliete il rocchetto che appare visibile all’interno. Eliminate le rimanenze di filo vecchio ancora presenti.

Rocchetto di decespugliatore
 
 

Dalla matassa del filo nuovo tagliatene circa sei-sette metri. Prendete i due capi del filo tagliato e teneteli in mano in modo da avere un filo doppio lungo circa tre metri, divisi nel lato che tenete in mano e uniti nell’altro lato.

Prendete in mano il lato dove i due fili sono uniti, e con l’altra mano prendete il rocchetto del filo da sostituire.

Filo per decespugliatore
 


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Il rocchetto è diviso in una parte superiore e una inferiore. Tra le due parti vi è una divisione, e in questa divisione, guardando bene, troverete una fessura.

Agganciate i due capi di filo uniti che avete in mano a questa fessura, e girando il rocchetto in senso antiorario fate arrotolare i due fili sul rocchetto, ma ATTENZIONE: UNO AL DI SOTTO E L’ALTRO AL DI SOPRA della divisione centrale.

Quando il filo a due capi è stato quasi tutto avvolto, e ti trovi a portata di mano le due punte divise, falle passare nei due fori del portarocchetto e poi chiudi la testina incassando la parte con dentro il rocchetto nell’altra parte.

Il lavoro è fatto.

Un modello di decespugliatore
 
 
 
 
 
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